Bentornati Warriors Albalonga


Ogni tanto qualche buona notizia, nel panorama ultras, c'è. Non può che rallegrarmi l'idea che i Warriors Albalonga, che reputo fratelli, tornino sugli spalti. Il solo nome del gruppo non può che evocare ricordi stupendi ma anche tanto divertimento. Va ricordato che quando allacciammo i nostri rapporti coi ragazzi di Albano correva l'anno 2004, quindi ormai sono 7 anni che ci conosciamo. La vicinanza tra Roma e Albano ha poi favorito rapporti molto continui, non mancando le visite reciproche: se da una parte possiamo dire che per 2/3 stagioni siamo stati noi ad andare spesso e volentieri con i Warriors, c'è anche da dire che Daniele ci ha affiancato sia quando iniziammo a contestare la Cisco, sia durante la stagione 2008/09, culminata con le diffide di Carpineto, nelle quali purtroppo è finito  in mezzo pure lui. Ma non scorderò mai neanche i momenti in cui è stato lui ad aiutare personalmente alcuni di noi e quel Sabato sera in cui, dovendo affrontare una imminente rissa, lui e altri 3 ragazzi scesero verso Roma pronti a darci man forte. Solo le ultime diffide ci hanno un pò allontanato per forza di cose, ma la notizia che i Warriors sono tornati sono sicuro che cementificherà ancora una volta i nostri rapporti. Oltre a Daniele, che finalmente si può riappropriare di un pezzo di sé stesso, sono contento per gli altri ragazzi che c'erano anni fa e che pare si stiano riavvicinando al gruppo. Un pensiero particolare al nostro Caciara, e un forte abbraccio, per la malasorte che si è abbattuta su di lui e sulla sua famiglia, nell'augurio che i Warriors, anche se non risolvono i problemi di vita, aiutino ad affrontarla meglio. Chissà, forse una volta, questo ritorno dei Warriors ad anni di distanza mi avrebbe dato un pò da pensare, ma oggi, dove gli schemi del nostro movimento sono saltati, e dove ormai anche io me ne sbatto altamente di regole che oggi non possono più esistere, sapere che ogni Domenica ci saranno i Warriors Albalonga sugli spalti al seguito della loro squadra, mi fa sentire un pò meglio… soprattutto oggi che, per forza di cose,  noi non possiamo nuovamente più seguire la nostra squadra. Carica fratelli, carica Warriors Albalonga!


Comunicato dell’11 Agosto 2011 su Lodigiani, ASD Lodigiani e Lodo Petrucci


Mai come questa Estate si è parlato del ritorno della Lodigiani come vero terzo polo calcistico naturale in alternativa a Roma e Lazio. Dopo la vita piuttosto breve della Cisco Calcio e in seguito al crack dell’Atletico Roma dopo appena un anno di vita, la Roma sportiva, mediatica e politica sembra essersi resa conto che un nuovo progetto professionistico di calcio a Roma può portare solamente alla ri-adozione del nome Lodigiani. Che se non è stata oggi sarà domani. Eppure è dal 2005 che il nostro gruppo sostiene le tesi che svariati organi di stampa hanno sposato in queste ultime  settimane, e notiamo con dispiacere che c’è voluto il fallimento di un’altra squadra per riportare sulla bocca di tutti il nome dell’AS Lodigiani.

Tuttavia, dopo qualche tentennamento, il progetto della cordata Tulli – Spaini – Paoloni di riportare in auge il nome Lodigiani (come apparso in pompa magna su quasi tutte le testate giornalistiche)non ci è piaciuto e non lo abbiamo ritenuto in linea con lo stile Lodigiani. Del resto, come ha detto lo stesso Presidente Malvicini in un’intervista al Corriere dello Sport del 3 Agosto, il marchio Lodigiani appartiene a lui, esiste già una Lodigiani in via della Capanna Murata, e nessun’altro, almeno attualmente, può fondare un’altra Lodigiani, pena lunghi contenziosi legali che tanto darebbero ragione al club già esistente. Malvicini stesso ha ricordato, nella citata intervista, che è paradossale dare il nome Lodigiani ad una cordata di cui fa parte Piero Tulli, lo stesso che già fece scomparire a suo tempo, nel 2005, la dicitura Lodigiani, costringendo il club biancorosso a ripartire dalle categorie giovanili col nome di “Nuova Lodigiani 2005”(ridivenuto poi “ASD Lodigiani”). Punti di vista che noi concordiamo pienamente aggiungendo qualche altra considerazione.

La prima riguarda la necessità del Lodo Petrucci per far ripartire a Roma una terza squadra che non si chiami Lodigiani, nella fattispecie la San Basilio Roma di cui si vocifera in questi giorni: il Lodo Petrucci ha senso (anche se a noi non piace)per quelle realtà cittadine che, a causa della mala-gestione delle rispettive società, si ritrovano senza calcio: Arezzo, Perugia, Venezia, Salerno, Avellino solo per ricordarne alcune recenti. Fare il Lodo Petrucci per una squadra di quartiere ci sembra un’assurdità sia per il costo esoso (300.000 € solo di garanzie federali), sia perché Roma ha realtà di quartiere consolidate (lo stesso Fidene già in serie D), sia perché già esiste un San Basilio Calcio, squadra storica ed erede della Pionieri San Basilio.

La seconda considerazione è che, tolto il nome Lodigiani, non abbiamo nulla contro la squadra che nascerà, se nascerà, col Lodo Petrucci. Anzi, saremmo felici per il quartiere di San Basilio, con la speranza che prima o poi vi torni la Lodigiani, che resta la vera anima del quartiere assieme alla già citata San Basilio Calcio.

La terza considerazione è l’amarezza dovuta al fatto che, intorno alla Lodigiani, vi sia stato il giusto clamore solo quando ne hanno parlato tre  imprenditori coi soldi, molte testate d’informazione e diversi politici. Eppure la Lodigiani c’è sempre stata, e fino allo scorso anno ha giocato in Promozione. Dove erano tutti questi soggetti negli anni passati? Era necessario veramente il crack dell’Atletico Roma per far ricordare a tutti che la Lodigiani è sempre esistita ed è viva non solo fisicamente, ma anche nel cuore dei Romani?

Un’ultima considerazione, dovuta, riguarda il nostro futuro. Il marchio della Lodigiani appartiene al Club di via della Capanna Murata; club che, a nostro avviso, non sta seguendo le linee tradizionali del modello Lodigiani, soprattutto perché questo presuppone l’esistenza di una prima squadra per lanciare i suoi gioielli. Non ci rassegneremo mai al fatto che la Lodigiani diventi un club di puro settore giovanile come Savio, Tor Tre Teste e San Lorenzo, con rispetto parlando. Combatteremo ancora per riavere la prima squadra, anche al costo di staccarci completamente dall’attuale ASD Lodigiani. La Lodigiani non è un club qualunque e non farà mai la fine di un club qualunque.
 
Ultrà Lodigiani 1996

Nota post-comunicato: dalle notizie filtrate in questi ultimi giorni al 95% è probabile che il Lodo Petrucci per la San Basilio Roma non venga più fatto. Il comunicato, in riferimento a tale notizia, non si è comunque voluto sbilanciare.


L'intensa Estate della Lodigiani


Quando un paio di mesi fa abbiamo cominciato a lanciare l’allarme-Longarini sulla Lodigiani, tutto ci potevamo aspettare tranne l’incredibile sequenza di avvenimenti che si stanno rincorrendo fino ad oggi. Sarò franco e sincero, rimarcando del resto ciò che nelle ultime riunioni si è detto: in tutta questa situazione, di ultrà  non si salva davvero niente. Già viviamo in un mondo anti-ultras per definizione, se poi guardiamo ai fatti di casa Lodigiani allora la situazione è davvero disperata: siamo senza squadra un’altra volta, ormai questo gruppo sta diventando noto per passare la maggior parte dei suoi anni senza una squadra al seguito, e ciò lo rende ancora più particolare, tanto nel bene quanto nel male. Ormai tutto ciò che scriviamo va incentrato in un’ottica da tifosi. Da tifosi non potremo di certo mai essere soddisfatti di come la Lodigiani abbia buttato al vento il titolo di Promozione piovutogli dal cielo, però bisogna dire che il ritorno di immagine della nostra squadra è stato notevole.
Cominciamo a parlare di quella che avrebbe dovuto essere, stando ai proclami,  la “Nuova Lodigiani 2011”, e che invece, sempre che vi sia il via libera della FIGC (il Sindaco pare abbia già firmato), si chiamerà “San Basilio Roma”. Da una parte sono  contento per il quartiere tiburtino. In ogni caso si sta garantendo almeno un anno di ribalta calcistica. Va ricordato che il progetto di Spaini – Paoloni – Tulli non era esattamente questo: loro volevano chiamare la nuova squadra nata dalle ceneri dell’Atletico Roma “Lodigiani”; nome poi ripiegato in “Nuova Lodigiani”, per poi battere in ritirata quando hanno capito che non era cosa. Una cosa che sto imparando ultimamente è che la gente NON impara dagli errori passati. Quello che ha fatto la cordata Lodo Petrucci è sembrato più un proclama stile vecchia Cisco che un progetto curato nei dettagli. Quale errore andare da una miriade di giornalisti e politici compiacenti sparando di voler rifare la Lodigiani senza prima premurarsi che il legittimo padrone del marchio sia d’accordo; Malvicini, da un giorno all’altro, si sarà trovato chiamate di giornalisti e altro ciarpame per parlare di un progetto di cui fino a poco prima non aveva mai sentito parlare. Malvicini, a questo punto, ha chiamato a sé i suoi giornalisti, i suoi contatti e gli ha fatto davvero del male fisico: l’articolo di ieri sul Corriere dello Sport è stato quanto di più umiliante si poteva immaginare per la cordata Lodo Petrucci. Anche se non ho digerito assolutamente la porcata fatta con la prima squadra, anche se mi sarebbe piaciuta una Lodigiani in serie D, anche se non condivido minimamente la gestione personalistica di Malvicini del marchio Lodigiani, mi sento dire una cosa: Malvicini ha fatto bene a chiudere una porta a questi signori. La Lodigiani rappresenta una tradizione, una formula e un marchio collaudato, e non può essere oggetto di marketing sportivo-politico. Non si può sparare a zero su giornali quali Messaggero e Corriere dello Sport e testate come passione Calcio e Calcio Laziale solo per “far caciara” e far prevalere la ragione di chi urla di più. Come già scritto, almeno allo stato attuale delle cose, se si vuole prendere la Lodigiani bisogna rispettare dei paletti ben definiti,  e soprattutto bisogna fare i conti con l’oste: quindi, se qualcuno vorrà ricreare la Lodigiani da zero, oltre a conoscerne storia e principi (deve quindi sapere di ciò che si parla), deve andare da Malvicini a capo chino, umiltà e coda fra le gambe, e magari fargli anche un bell’inchino, perché è solo grazie a lui che si parla oggi di Lodigiani, visto che lui la creò nel lontano 1971 (non 1972 che è la matricola federale) e ci permette,  oggi, di parlare di tutte queste cose, nonché di un pezzo notevole della storia calcistica di Roma. Ma poi, dico io, come cazzo si fa ad investire 300.000 € solo di Lodo Petrucci per una serie D, senza contare le altre spese che vengono? Con quelle cifre si acquista una società già collaudata dalla Prima Categoria all’Eccellenza e ci si programma qualche intera stagione; questo spreco di denaro, in tempi di crisi come questa, non potrebbe mai far parte di una tradizione Lodigiani.
Chiaramente, tutte queste sparate, tutto questo chiacchiericcio, tutta questa stampa, tutto questo clamore, hanno fatto da pubblicità al club della Borghesiana in un momento in cui non se la passava veramente bene. Malvicini che riprende la presidenza dopo quasi 30 anni è un fatto storico, nonché un segnale forte che fa capire a tutti che comanda lui. Avrà pure una parte esigua di quote societarie, ma il possesso del marchio, di fatto, gli fa avere il controllo del 99% della situazione. Gli altri azionisti si rassegnassero quindi: come Malvicini dirà “A”, loro dovranno fare “A”. Tuttavia voglio un po’ smorsare l’entusiasmo di questo club, ricordandogli che quello che stanno per fare non è Lodigiani così come non lo era la cordata Lodo Petrucci. Il giorno che vi fonderete con la BSA, qualunque sia la denominazione, la Lodigiani sarà scomparsa. Vantarsi sul proprio sito, per farsi pubblicità, di vittorie ottenute in categorie non agonistiche e in tornei non ufficiali è una caduta di stile notevole, senza contare che si vuole cancellare il fatto che la Lodigiani non ha saputo tenere a sé la prima squadra, perno del “Modello Lodigiani” che al momento non appartiene alla società di via della Capanna Murata. Il fatto che la cordata Petrucci vi abbia fatto pubblicità dovrebbe far riflettere: mai come quest’Estate tutti hanno capito che l’unica terza alternativa calcistica a Roma è la Lodigiani, e anche se quest’anno non se ne è fatto niente, il discorso rimarrà aperto nei prossimi anni. Gli azionisti della Lodigiani (non tutti a dire la verità) possono fare i dirigenti, ma non possono fare i proprietari di una squadra di calcio. Il nostro compito, che ormai è puramente da tifosi e da seguaci della Lodigiani, è di riavere una prima squadra al più presto, e la rifondazione del vero “Modello Lodigiani”.


10 Punti fermi per ricreare davvero la Lodigiani


Il progetto Lodo Petrucci si sta delineando: almeno stando alle voci, la società in serie D dovrebbe chiamarsi Nuova Lodigiani 2011 (come non fosse bastata quella del 2005, ma tant'è…), i proponenti sono in primis Piero Tulli (di cui tutto sappiamo e nulla c'è da aggiungere) , poi Spaini (presidente del Settebagni e neo-gestore del Francesca Gianni) e infine tale massimo Paoloni: ex presidente del Giulianova e dirigente del Savio ha acquisito l'Arezzo Calcio col Lodo Petrucci grazie ad una cordata assieme a, tra gli altri, Luca Zingaretti: un habituè, Paolucci, non solo del calcio ma anche del Lodo Petrucci.

Tuttavia non basta un Lodo Petrucci, la firma di un Sindaco e l'avallo della FIGC a ricreare la Lodigiani. Esistono delle condizioni ferree da rispettare affinché il progetto sia serio e non una buffonata. Li elenco di seguito: non sono scritti a nome del gruppo, ma nel mio tentativo cerco di andare più vicino possibile al pensiero di tutti. Se sbaglio, correggetemi; se manca qualcosa, aggiungetelo.

PUNTO 1: la società deve chiamarsi Lodigiani e avere sede a Roma;

PUNTO 2: la società deve avere come colori sociali il bianco e il rosso;

PUNTO 3: la società deve avere il pieno riconoscimento da parte dei possessori del marchio Lodigiani (la famiglia Lodigiani e Malvicini) o, altresì, il non disconoscimento;

PUNTO 4: la società deve avere il riconoscimento dei suoi tifosi, in primis del nostro gruppo;

PUNTO 5: la società deve avere un simbolo in linea con la storia della Lodigiani;

PUNTO 6: la dirigenza deve fissare dei programmi di LUNGO PERIODO, evitare squilli di trombra e grandi proclami, agire con umiltà;

PUNTO 7: nella dirigenza della Lodigiani non devono far parte personaggi legati alla vecchia Lodigiani, all'Atletico Roma, né tanto meno alla Cisco. Sugli ex dirigenti Lodigiani ci può essere qualche minima eccezione;

PUNTO 8: a presidere la squadra non vi devono essere personaggi che si riciclano continuamente nel calcio, con l'unico scopo di far girare i propri soldi;

PUNTO 9: i futuri presidenti e dirigenti di punta, nella nuova società, devono conoscere la storia della Lodigiani, se non altro a grandi linee: giocatori e allenatori illustri, campi di gioco, promozioni e retrocessioni, titoli vinti. Chi non ne conosce la storia non può amare la Lodigiani e non ne può recepire l'importanza;

PUNTO 10: non potrà mai esistere la Lodigiani non solo senza la prima squadra, ma anche senza un adeguato settore giovanile che è sempre stato, e deve essere in futuro, il fiore all'occhiello della società, al fine di garantirne la sopravvivenza, nonché l'immagine, nel lungo periodo.